Sei anni fa aveva spinto un imprenditore metelliano al suicidio, dopo averlo costretto a cedergli la sua attività, non potendo più onorare un prestito ad usura nei suoi confronti: il 51enne Gennaro Ferrara, pregiudicato per associazione per delinquere di stampo camorristico e ritenuto affiliato al clan Bisogno, fin dagli anni '90, è stato arrestato a Cava de' Tirreni su disposizione della DDA al termine delle indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Salerno. Dovrà rispondere di estorsione aggravata dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, erogazione di finanziamenti non autorizzata e trasferimento fraudolento di beni e di valori.
Le indagini sono partite nel 2019 dall'acquisizione da parte della famiglia Ferrara di un bar in via XXV luglio, a Cava de' Tirreni, annesso ad un distributore di carburante, il cui proprietario si era suicidato nel 2015, a causa dei forti debiti contratti. Da Ferrara, il titolare del bar aveva ottenuto un prestito a condizioni usurarie, che si era poi trasformata in estorsione. Il contratto capestro firmato dall'imprenditore prevedeva a Ferrara l'attribuzione degli utili per l'80 %, mentre i rischi di impresa ed i debiti restavano a carico del proprietario. Successivamente, il titolare aveva firmato una scrittura privata con passaggio della attività commerciale a Ferrara in cambio del versamento di 250 euro al mese, che sarebbe cessato alla morte di uno dei firmatari della scrittura privata. Pochi mesi dopo il titolare del bar si era tolto la vita. I carabinieri del Nucleo Investigativo, agli ordini del colonnello Santagata, hanno sequestrato alla famiglia Ferrara 90.500 euro anche per equivalente, il bar -pasticceria e tabaccheria annesso al distributore di benzina e le quote di due società.