Cavalluccio, troppi punti interrogativi

Redazione

La passione e la pressione dei tifosi, le dichiarazioni di De Luca, il silenzio di Lombardi non modificano il punto di vista della curatela fallimentare. Lunedì alle 11.30 in contemporanea al sit-in pacifico organizzato dagli ultras, si svolgerà la sesta asta per i beni immateriali della vecchia società, ippocampo incluso. La novità, che non si registrava dalla prima vendita all’incanto, è che una banca, per conto di un soggetto non meglio identificato, ha chiesto informazioni al curatore fallimentare, il dottor Tommaso Nigro, circa le procedure da seguire per partecipare all’asta. Allora non se ne fece nulla. Ad oggi non è possibile sapere se qualcuno abbia depositato un’offerta, in quanto per la nuova procedura fallimentare, quello per i beni immateriali della Salernitana Sport non sarà l’unico bando in programma lunedì mattina, motivo per cui in cancelleria ci sono parecchie buste, ma non si sa a quali procedimenti si riferiscano. Lo scopriremo solo lunedì, anche se difficilmente in tempi così stretti questo fantomatico mister X potrebbe aver deciso di partecipare all’asta e fornire al contempo le garanzie richieste dal giudice delegato (entro domani va innanzitutto presentato un assegno circolare di 35 mila euro). Non sono esclusi colpi di scena. Ma procediamo con ordine. Come avevamo detto, difficilmente il Comune potrà presentare un’offerta per l’acquisizione del marchio, perché in questo momento le casse piangono. Senza dimenticare che De Luca, che al limite potrebbe fungere da mediatore tra le parti e garantire che il livello d’attenzione sulla questione rimanga alto, per la Salernitana ha già sistemato l’Arechi. E poi il sindaco potrebbe avere problemi con la Corte dei Conti e i vari organi di controllo nel giustificare a che titolo un’amministrazione comunale abbia deciso di effettuare uno stanziamento di bilancio per un bene del genere, operazione che non rientra di certo tra le sue attività istituzionali. E, anche ammesso che questo ostacolo venga superato, a che titolo il marchio e tutto il resto verrebbero poi ceduti alla società? E chi obbligherebbe a quel punto la società ad utilizzarlo? Il sindaco, tra l’altro, deve stare anche attento ad evitare di incorrere nel rischio di turbativa d’asta, altro dettaglio tutt’altro che trascurabile, con cui aveva già fatto i conti Lombardi all’epoca della trattativa privata. La sensazione è che ci siano troppi punti interrogativi e troppo poco tempo per fugare i vari dubbi. Il dato certo è che il cavalluccio lunedì andrà all’asta per la sesta volta, con una base di partenza di 350 mila euro più iva, base che, a quanto pare, rimarrà invariata anche nelle prossime occasioni, in quanto, partendo dalla valutazione iniziale della perizia, e probabilmente è in quella sede che è stato commesso un errore attribuendo al bene un valore eccessivo, al di sotto di quella cifra giudice delegato e curatore fallimentare non si sentono di accettare nessun tipo di offerta. Altro dato certo è che la pazienza dei tifosi è finita e che, come hanno ribadito al sindaco nell’incontro in Comune, la storia della Salernitana deve uscire dalle aule del tribunale fallimentare. De Luca cercherà di farlo comprendere al presidente Lombardi, poi toccherà a lui.

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