Che scuola sarà?

Redazione

La chiusura prolungata delle scuole è una ferita per tutto il paese, dichiarano in una nota congiunta i sindacati di categoria – Nonostante l’impegno profuso dai docenti con grande senso civico, il ricorso obbligato ed esclusivo alla didattica a distanza si rivela una condizione innaturale, nella quale si accentuano squilibri e disuguaglianze e viene meno la dimensione indispensabile delle relazioni sociali dirette, essenziali e fondative di una comunità educante. Riaprire le scuole non è operazione semplice in presenza delle regole e dei vincoli imposti dalla necessità di prevenire i rischi di contagio, alla cui scrupolosa osservanza è chiamata una platea vastissima di soggetti, ma che soprattutto richiedono opportune soluzioni organizzative e il supporto di adeguate risorse economiche e professionali. È doveroso garantire la massima tutela della salute al personale scolastico, ad alunne e alunni, alle loro famiglie e di riflesso all’intera collettività. Per reggere l’impegno richiesto dal rispetto delle misure anticontagio e dai conseguenti adattamenti di tipo organizzativo, dovendosi comunque prevedere una consistente riduzione degli affollamenti nelle aule, rivedendo profondamente le consuete modalità operative, sarà comunque necessario far leva su una forte sinergia fra scuola, famiglie, territorio, anche attraverso accordi con i livelli istituzionali e convenzioni con enti, associazioni e con gli enti locali per ampliare gli spazi della didattica in presenza anche fuori dai tradizionali edifici scolastici. Servono ingenti e immediati investimenti sulle strutture e sul personale perché vi siano: spazi adeguati e sicuri, anche in termini di presidi sanitari stabili; potenziamento delle risorse professionali: più docenti per gestire gruppi classe meno affollati, più collaboratori per le accresciute esigenze di pulizia, igiene, vigilanza; risorse per la formazione di tutto il personale; stabilità del lavoro per garantire la continuità didattica e un’efficace gestione degli uffici di segreteria; insegnanti specializzati per agire efficacemente su disabilità e fragilità educativa; efficace supporto alle innovazioni metodologico-didattiche aggiornando e rinnovando i processi amministrativi e gestionali. Ancora più che negli anni precedenti, insomma, si pone l’esigenza di assicurare un ordinato avvio dell’anno scolastico: ciò significa avere al 1° di settembre tutto il personale docente, ATA e dirigente pronto ad assumere servizio in modo certo e stabile. La precarietà del lavoro ha raggiunto nel tempo dimensioni troppo estese, che le difficoltà del momento rendono del tutto insostenibili.

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