Chiusura obbligatoria per 90 giorni B&B: plauso delle associazioni

L’approvazione dell’obbligo di chiusura per 90 giorni non consecutivi nulla cambia – nella sostanza – per i bed&breakfast della città di Salerno. Le circa 400 strutture del circuito extralberghiero potranno continuare a lavorare come sempre, anzi con la garanzia che tutti hanno il dovere di fermarsi, comunicandolo al Comune, senza generare fenomeni di abusivismo o concorrenza sleale. La circolare dell’Agenzia delle entrate parla chiaro e molte città si sono già adeguate modificando i regolamenti. Da ieri, con il via libera in consiglio comunale, anche a Salerno scatta lo stop per tre mesi a scelta dell’operatore, ma si stabiliscono altre cose importanti: la lotta ai bed&breakfast illegali (che ora saranno costretti all’emersione, visti i controlli serrati) e la novità relativa all’incremento delle camere da 3 a 4 e dei posti letto da 6 a 8. Tutto questo in virtù della modifica della legge regionale di settore. Le associazioni di categoria appaiono soddisfatte al di là dell’approccio demagogico al tema proposto da una parte dell’opposizione nell’assemblea cittadina. Da Confcommercio ad Abbac passando per Aseas, tanto per citare alcuni esempi, tutti si dicono favorevoli ad un sistema di regole che tuteli la correttezza degli operatori. Chi ritiene, invece, di non poter sostenere i 90 giorni di stop non consecutivi, dovrà trarne le conclusioni ed aprire una partita Iva, uscire dal circuito dell’extralberghiero, ed iscriversi nella fila degli alberghi e delle strutture ricettive, con tutti gli oneri che ne conseguono. Per i bed&breakfast della città di Salerno già si parla di un periodo di lavoro pari al 65% dell’anno: dunque i 90 giorni di blocco non incidono sulle aperture attuali. E poi c’è la flessibilità consentita dal poter comunicare al Comune anche all’ultimo momento la necessità di aprire, recuperando la chiusura in un altro momento.