Il consiglio comunale di Salerno non può essere espropriato del diritto di ultimare – entro il prossimo 15 settembre – l’iter per il regolamento sugli istituti di partecipazione. È uno degli elementi a monte della decisione del Comune di opporsi nettamente alla nomina del commissario ad acta, Sonia Caputo, che il difensore civico della Campania ha inviato a Salerno per sopperire alle presunte mancanze dell’amministrazione inadempiente. Com’è noto, sulla vicenda è nato un braccio di ferro in punta di diritto tra il Comune, i consiglieri ed il difensore civico campano. La storia è finita già due volte davanti al Tar, che per ben due volte ha bocciato il difensore civico accogliendo il ricorso del Comune di Salerno e rinviando la questione alla trattazione nel merito, già fissata all’11 settembre prossimo. Ancora qualche ora fa, sul secondo ricorso fatto dal difensore civico per legittimare la nomina del commissario ad acta, il Tar ha confermato la sospensione del nuovo atto di nomina commissariale, reiterando gli effetti sospensivi, poiché «non si registra alcuna modifica delle condizioni che avevano determinato l’emanazione del precedente decreto cautelare monocratico». Inoltre, «non appaiono evidenti pregiudizi irreparabili alla disposta dilazione» e la sospensione dell’efficacia continuerà sino alla discussione in camera collegiale, fissata all’11 settembre. Inoltre, la nomina del commissario ad acta per l’adozione del Regolamento comunale degli istituti di partecipazione popolare avrebbe dovuto disporla il presidente della giunta regionale e non il difensore civico. Insomma, un pasticcio burocratico che rischia di diventare un caso politico. L’inutilità della nomina di Sonia Caputo è stata più volte rimarcata dallo stesso Comune di Salerno, che a fronte di un ritardo nell’attuazione del regolamento sugli istituti di partecipazione ha in corso una procedura che vedrà la luce con l’atto finale del 15 settembre.
Commissario ad acta per istituti di partecipazione a Salerno: Tar boccia il difensore civico
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