Compleanno senza festa

Redazione

La Salernitana domani compie novant’anni. Chi si aspettava celebrazioni in grande stile rimarrà deluso. Domani, l’evento, passerà in sordina, quasi dimenticato, ignorato, al cospetto di argomenti più futili come la scelta dell’allenatore o di notizie riguardanti la ricapitalizzazione. Il quasi secolo di storia granata con tanto di invitato speciale, il cavalluccio, scivolerà via senza colpo ferire. Sembra quasi dimenticato. Insomma la storia di una squadra di calcio, di un club non si vive solo attraverso i risultati del campo di gioco ma va vissuta conoscendo nomi, circostanze, gioie e dolori della Salernitana ma anche dei vari periodi storici in cui si determinarono quei risultati sportivi. Il senso di attaccamento di una città, di una tifoseria alla propria squadra del cuore si misura anche in queste occasioni. Ecco perché era e resta così maledettamente importante celebrare i novant’anni di vita rispolverandone il percorso della Salernitana dal 1919 ad oggi sia sul piano sportivo che su quello sociale. Una specie di nastro magnetico da riavvolgere in una o più tappe scandito dal ritorno sulle maglie granata del cavalluccio marino. E invece l’evento rimarrà tale solo nella mente di qualche tifoso nostalgico che già assaporava l’idea di parlare, ragionare e paragonare Di Napoli, Merino e qualche altro a Messina, De Vitis, Margiotta, Capone, Prati, Valese, Iacovazzo, Pantani, Di Fruscia, Del Favero, Leccese, Chiancone fino ad arrivare a Di Bartolomei, Pisano e tanti altri ancora. Insomma tutto rinviato, tutto rimandato, forse a tempi migliori. La sensazione immediata è che a 24 ore dai 90 anni si è persa, purtroppo, una grande ed irripetibile occasione per rinvigorire il rapporto tra Salerno e la Salernitana.

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