Centinaia di negozi a Salerno ma anche in provincia hanno chiuso. Tanti altri a gennaio non rialzeranno la saracinesca. Dati sempre più preoccupanti nel salernitano in linea, purtroppo, con il trend negativo a livello nazionale. Le stime per i prossimi anni sono da brividi: circa 60mila piccoli esercizi rischiano di chiudere entro il 2027, il doppio di quelli che hanno abbassato la saracinesca dal 2019 a ora. In bilico 100mila posti di lavoro. A lanciare l’allarme è stata Confesercenti in occasione della sua assemblea annuale. Pesano bollette, inflazione, calo dei consumi. E la concorrenza del commercio elettronico, che al massimo nel 2028, secondo le previsioni, avrà superato nel comparto non alimentare la quota di mercato dei negozi che operano su piccole superfici.
Le categorie che più soffrono tale crisi sono gli alimentari, l’abbigliamento e le calzature. Ad incidere sulle chiusure di tante attività anche la mancanza di personale. Nel complesso, ha calcolato Confesercenti, nel 2022 a causa della difficoltà di reperimento del personale sono mancate all’appello circa 300mila figure professionali nel turismo, tra receptionist, camerieri, addetti alle pulizie e non solo. A rischio pure le vacanze di Natale: nell’ultimo trimestre potrebbero arrivare a quota 60mila i lavoratori mancanti nel terziario e nel turismo.
«L’inflazione quest’anno ha ridotto di 7,2 miliardi la spesa delle famiglie», ha ricordato Confesercenti. Nel quadriennio 2022-2025 l’aumento dei prezzi comporterà un’erosione del potere d’acquisto delle famiglie di 22 miliardi. Insomma, le prospettive per il 2023 non sono rosee.