Persiste lo stato di crisi del sistema economico e produttivo salernitano. Questo è quanto emerge dai dati di un’indagine realizzata dall’Ufficio Studi di Confindustria in sinergia con il Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università di Salerno. Secondo il documento tutti i settori risentono del periodo congiunturale ed il rischio è quello di ritrovarsi, alla fine della crisi, con un potenziale occupazionale e produttivo radicalmente cambiato. Sono indicati in diminuzione soprattutto gli ordini e l’occupazione. Il manifatturiero presenta indici generalmente peggiori di quelli relativi al terziario. Le medie e (soprattutto) le piccole imprese hanno sofferto di più la crisi; solo leggermente meglio va a quelle più grandi. E mentre i tempi di ripresa non sono chiari, per il secondo semestre del 2009 si prospetta una situazione economica stazionaria se non addirittura stagnante visto che gli indici di fiducia, sebbene di fatto sempre negativi, restano vicini allo zero. Le strategie messe in atto dalle imprese per uscire dal momento congiunturale si concentrano su investimenti volti a migliorare la struttura organizzativa ed ottimizzare la capacità produttive, mentre i problemi più forti segnalati dagli imprenditori risultano essere la lentezza burocratica (in aumento) e la forte concorrenza (in calo) nonché i vincoli creditizi imposti dalle banche (Il 63% delle imprese dichiara di aver registrato un inasprimento delle condizioni di credito sui finanziamenti negli ultimi mesi). Altra nota dolente, gli elevati costi dell’energia. Alla presentazione del dossier, al fianco del presidente Gallozzi, sono intervenuti Pasquale Persico, professore di Economia Politica e Paolo Coccorese, associato di Microeconomia.
Confindustria Salerno, la crisi non è ancora passata
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