In soli tre mesi le perquisizioni hanno portato a sequestrare circa 30 kg di sigarette di contrabbando, mentre nell’intero periodo di osservazione, la Guardia di Finanza ha calcolato che i due gruppi di contrabbandieri con base a Scafati hanno movimentato e commerciato oltre tre tonnellate di sigarette, generando un volume d’affari di oltre 500mila euro. Basterebbero questi numeri a far capire l’importanza del colpo messo a segno dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno e dalle Fiamme Gialle, con dodici misure cautelari a stroncare un giro di “bionde” che vedeva attivo nell’agro e nel vesuviano almeno due gruppi familiari in cui le donne rivestivano il doppio ruolo: di “pali” anti-controlli e di responsabili della cassa con i proventi del contrabbando. Le stecche provenivano in larga parte dai Paesi dell’Est Europa, in particolare dall’Ucraina, ma alcune partite arrivavano addirittura dalla Cina, dove i controlli sono ridotti e quindi le sigarette erano potenzialmente tossiche. Gran parte delle conversazioni intercettate sono in chiaro, raramente si utilizzava un linguaggio criptico ed i rifornitori erano del napoletano. Il meccanismo permetteva di evadere le imposte e di creare concorrenza sleale: il ricarico era di 4,50 euro a stecca (circa 200 euro per ogni cassa), per un totale di circa 2500 euro al mese. Altro dettaglio, tutt’altro che trascurabile, era che i componenti dei gruppi risultavano senza reddito e cinque hanno percepito il reddito di cittadinanza con importi variabili tra i 300 e 700 euro, ora sospesi per effetto dell’ordinanza del Gip. https://www.facebook.com/LiraTV/videos/535420977276359/
Contrabbandieri prendevano reddito di cittadinanza: arrestati
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