Palazzo Santa Lucia sotto assedio, cassonetti incendiati, fumogeni, cori, tafferugli, petardi, carabinieri feriti e una troupe di SkyTg24 aggredita.
Ieri sera, in diretta tv (Rai 3, la nuova trasmissione "Titolo Quinto, ospiti Lucia Annunziata ed il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ndr) e social, quella che doveva essere soltanto una manifestazione di commercianti napoletani per protestare contro il coprifuoco, si è trasformata in una guerriglia urbana dove gli esercenti sono diventati solo spettatori.
Mergellina, Lungomare Caracciolo e Palazzo Santa Lucia i posti più caldi, dove è stato necessario l'invio dei vigili del fuoco per sedare alcuni roghi.
Su Facebook dal giorno dell'annuncio della chiusura alle 23, erano nati diversi gruppi di dissenso, che annunciavano manifestazioni in strada «fino al mattino», in tutti e cinque i capoluoghi. Ma, se nelle prime ore dell'evento – un flash mob pacifico al grido di "De Luca tu ci chiudi, tu ci paghi" – in strada c'erano per lo più lavoratori, chiamati in piazza da Confcommercio e Confesercenti, dopo la platea dei manifestanti si sono infiltrati i malintenzionati, espressione dei centri sociali, delle frange estremiste e, probabilmente, della malavita con tanto di maschere antigas, manganelli e bombe carta.
Già dalle 22, nel primo assembramento di Largo San Giovanni Maggiore, nei pressi dell'Orientale, la situazione ha cominciato ad evolvere, per poi degenerare non appena sono passate le 23, teoricamente l'orario in cui doveva entrare in vigore il coprifuoco.
Altre proteste contro le decisioni assunte dal presidente De Luca, sono avvenute anche a Salerno, dove già in mattinata si erano dati appuntamento da tutta la provincia in piazza Amendola gli operatori del by night e della ristorazione contro la chiusura anticipata delle attività.
Il sit-in aveva determinato ripercussioni sul traffico per l'intera giornata.
Complici le notizie che arrivavano da Napoli, prima fra tutte quella annunciata dallo stesso De Luca in diretta di una chiusura generalizzata, gli animi si sono nuovamente surriscaldati, anche se sull'ipotesi di un nuovo lockdown il pensiero non è univoco: «Meglio chiuderci ora e farci lavorare a Natale, purché questa volta i ristori siano reali» dicono alcuni…
In serata, poi, dopo le 23, in 150, tra operatori della movida, giovani e partite Iva, si sono ritrovati di nuovo piazza Amendola al grido di «libertà» «De Luca vattene» e «Moriremo di fame. Il lockdown è una follia».
Dopo una mezz'ora i partecipanti si sono mossi in corteo lungo via Roma, via Mercanti, piazza Portanova ed il Corso e strada facendo si sono aggiunti avventori e gestori dei locali appena chiusi.
In serata manifestazioni di protesta anche in alcuni centri della provincia come Eboli e Cava.