Si sono concluse le operazioni di recupero ed è stata salvata la giovane speleologa salernitana, rimasta intrappolata nella tarda serata di ieri a 200 metri di profondità nella grotta del Falco al confine tra Corleto Monforte e Petina. Le operazioni per la liberazione sono state estremamente delicate e rese ancora più complicate dall’impossibilità di comunicare tra i soccorritori per mancanza di linea. Per questo è stato usato un cavo di 300 metri di linea telefonica per stabilire migliori contatti nella gestione dei soccorsi. Secondo la ricostruzione fatta, la donna mentre era all’interno della caverna, si è ferita ad una gamba, fatto questo che le ha impedito la risalita: i colleghi, che erano con lei, allora, hanno chiesto aiuto. Erano le 19.30 di ieri e si è immediatamente attivata la macchina dei soccorsi coadiuvata anche dalla Prefettura di Salerno per intervenire sul luogo dell’incidente, dove nel 2017 morì uno speleologo pugliese. Nella notte, dunque, sono iniziate le operazioni di soccorso con la presenza di soccorso alpino, protezione civile, carabinieri e una squadra dei vigili del fuoco di Sala Consilina. I soccorritori l’hanno raggiunta intorno a mezzanotte e, considerata la difficoltà di trasportare la ferita in salvo, è stato deciso per l’intervento di un esperto di micro esplosioni per aprire un piccolo varco per far risalire la donna.
Corleto Monforte: speleologa salvata in una grotta
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