L’ordinanza per la sospensione delle attività didattiche e scientifiche nelle scuole di ogni ordine e grado e delle università campane arriva a tarda sera, quando c’è la conferma dei primi contagi sospetti. Il presidente della Regione decide di firmarla al termine di un pomeriggio convulso, iniziato con il faccia a faccia governatore-sindaci, durante il quale De Luca aveva spiegato le tre opzioni possibili di fronte all’emergenza coronavirus e detto ai sindaci che bisognava uniformare le decisioni seguendo le indicazioni del Governo e dell’Istituto Superiore di Sanità. Prima della certezza sui contagi, sospendere le attività di scuole e università per sanificare gli ambienti era una facoltà ma non un obbligo, come accade anche per cinema, teatri e manifestazioni in genere che possano creare assembramenti e dunque diventare potenziali diffusori dell’infezione. Detto questo, va precisato che per tutte le altre attività di rilievo pubblico ci si regolerà sulla base dell’evolversi della situazione e già domattina in Prefettura è previsto un vertice per assumere eventuali decisioni. Fino a quale momento la cautela è d’obbligo. In tanti predicano calma e razionalità ed hanno ragione. La difesa dal Coronavirus inizia proprio dai comportamenti dei singoli, a cominciare dalle elementari regole di igiene: lavarsi le mani, non toccarsi bocca, occhi e naso; starnutire nel gomito flesso, tenere se possibile una distanza minima da chi può essere soggetto a rischio; mettersi in auto-isolamento se si è stati in zona a rischio. Proprio su quest’ultimo punto, è palese che la limitazione alla libertà personale di movimento è finora stabilita solo nelle zone rosse del Nord dove si è sviluppato il focolaio d’infezione. In Campania i casi sono da migrazione, ovvero portati da persone arrivate dal Settentrione ma non dalla zona rossa. A tutte queste persone, come ai loro familiari, viene chiesa attenzione e cautela: ovvero, monitorare le proprie condizioni di salute e segnalare anomalie al medico di base, al Comune dove si risiede o dove si soggiorna, oppure ai numeri 118, 1500, 800.90.96.99. In ogni caso, bisogna evitare di recarsi al pronto soccorso con sintomi leggeri, per evitare di diffondere il contagio.
Coronavirus: le misure adottate e quelle per la prevenzione
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