Coronavirus: mascherine solo al chiuso e chiarimenti sullo smart working

Redazione

Da oggi mascherine obbligatorie solo in luoghi chiusi o quando c’è assembramento. Si allentano le restrizioni e d’affacciano nuovi temi, come quello sull’organizzazione dello smart working e la ripresa delle attività nel pubblico e nel privato. Il Presidente De Luca con un provvedimento fatto circolare da Palazzo Santa Lucia avvisa che bisogna «rispettare le disposizioni statali e regionali sul divieto di assembramenti», ma non solo. S’è vero che si allenta la morsa del Coronavirus e con essa s’allentano pure le restrizioni alla libertà personale, è pur vero che occorre rispettare delle regole basilari di convivenza civile, per evitare possibili, nuovi contagi. Ed allora, la Regione ricorda che da oggi le mascherine all’aperto non sono più obbligatorie ma bisogna indossarle «su tutti i mezzi di trasporto pubblico, di linea e non di linea, nonché in tutti gli ambienti al chiuso nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, ivi compresi gli uffici, gli esercizi commerciali, i circoli e luoghi di intrattenimento». La mascherina va comunque portata con sé e va indossata- anche all’aperto- in mancanza delle condizioni per assicurare il mantenimento della distanza interpersonale di sicurezza di almeno 1 metro, e in ogni caso nei luoghi e spazi affollati, nei quali la distanza interpersonale di almeno 1 metro non sia assicurata. Altra cosa importante, che il Presidente De Luca raccomanda nero su bianco a tutti i datori di lavoro- pubblici e privati- è quella che li spinge ad «adeguare le misure organizzative adottate in tema di smart working all’attuale contesto (…) per consentire la modulazione delle attività in presenza dei dipendenti, in coerenza con le esigenze della progressiva riapertura di tutti gli uffici pubblici e con quelle dei cittadini e delle imprese connesse alla ripresa delle attività produttive e commerciali, beninteso nel rispetto delle misure di prevenzione e sicurezza (…) a tutela dei lavoratori». Ogni violazione delle regole comporta il pagamento di una somma da euro 400 a 1.000 euro. E nei casi in cui la violazione sia commessa nell’esercizio di un’attività di impresa, si applica la sanzione amministrativa accessoria della chiusura da 5 a 30 giorni.

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