Qual è lo stato di salute della giustizia nel Salernitano e quali sono i reati che caratterizzano il territorio? Ecco cosa emerge dalla relazione presentata per l'apertura dell'anno giudiziario.
La permeabilità della pubblica amministrazione rispetto ad ingerenze esterne di stampo criminale è uno degli elementi più preoccupanti emersi dalla relazione sullo stato di salute della giustizia Salernitana. D'altronde, le numerose inchieste che hanno riguardato – e riguardano ancora- Comuni e enti locali per reati commessi dai colletti bianchi sono la cartina di tornasole di una pericolosa tendenza che dimostra due cose: l'interesse sempre crescente del malaffare di mettere le mani su appalti e gestione della cosa pubblica da un lato; e la propensione di chi ricopre cariche o uffici pubblici ad essere sempre più “avvicinabile”, dall'altro.
Ma era inevitabile che nella relazione illustrata all'apertura dell'anno giudiziario confluissero anche tutti quei reati che – complice la pandemia da Covid – hanno subito un'impennata nel 2020: parliamo di quelli del cosiddetto “codice rosso”, dai maltrattamenti in famiglia alla violenza di genere, passando per gli abusi di cui sono bersaglio donne, minori e disabili. Ciò che colpisce è il numero di procedimenti che riguardano i minorenni non solo nelle vesti di vittime ma anche di carnefici: in almeno un centinaio di casi sono loro a vessare coetanei oppure familiari, spesso i genitori. Il lungo lockdown e la crescita esponenziale dell'utilizzo di strumenti tecnologici avanzati hanno fatto da moltiplicatore di reati specifici, che spesso passano attraverso pc, tablet, cellulari ed internet.
Ma il più delle volte le violenze si celano dietro le mura domestiche e tardano ad essere denunciate, così come accade anche per altri reati, come l'usura e l'estorsione. Qui si apre un altro capitolo doloroso che porta a certificare l'escalation delle infiltrazioni criminali nel tessuto economico: dal piccolo commercio fino alla grande distribuzione, il tema dello strozzinaggio e del riciclaggio di capitali sporchi rimane attuale, anzi aggravato dall'emergenza coronavirus. In molti casi, la malavita si è fatta avanti con professionisti, artigiani e commercianti in difficoltà prestando denaro con tassi usurari. Soldi riciclati, poi, in altre attività, come i proventi della droga, che fa la parte del leone in città ed in provincia saldando il crimine dell'agro con il vesuviano, i Picentini con la Piana del Sele ed il Cilento con le ‘ndrine calabresi. Crocevia dei traffici e punto d'approdo è il Porto di Salerno, dove lo stupefacente tira gli affari illeciti insieme a merci contraffatte e contrabbando.
Un dato positivo riguarda il calo di furti e scippi in tutto il Salernitano ma allarma il fattore rapine: tante, troppe anche in piena crisi Covid. La morsa delle forze dell'ordine si stringerà ancora.