Anche se il giudizio della Corte dei Conti sul rendiconto per l’esercizio del 2022 della Regione Campania è complessivamente positivo, nella maxi relazione illustrata ieri emergono alcune criticità nella spesa sanitaria, che assorbe gran parte del bilancio di Palazzo Santa Lucia.
La magistratura contabile si è soffermata sui rapporti con i privati convenzionati, in particolare per quanto riguarda i tetti di spesa la cui ripartizione in base alla “spesa storica” – così come evidenziato anche qualche settimana fa dall’Autorità garante della concorrenza – rischia di creare delle sperequazioni.
E ancora: nonostante il procuratore regionale della Corte dei Conti della Campania, Antonio Giuseppone, abbia evidenziato che le “sottolineature” della relazione sono «suggerimenti che vengono dati affinché la Regione possa migliorare la gestione futura», il documento evidenzia le difficoltà di attuazione delle misure funzionali: lo smaltimento delle liste d’attesa, la tempestività dei pagamenti e la verifica degli obiettivi dei direttori generali.
Lo scorso anno, infatti, si è registrato «un leggero peggioramento dell’indice medio della tempestività dei pagamenti che tuttavia è ancora fortemente influenzato dalla gestione della massa debitoria pregressa». Gli investimenti avviati nello scorso anno per l’abbattimento delle liste d’attesa, poi, non hanno portato ai risultati sperati, ovvero il raggiungimento del 90% di prestazioni svolte entro i tempi previsti dalle norme: «Per nessuna prestazione specialistica ambulatoriale di classe B viene conseguita la percentuale del 90% che, invece, oscilla tra il 43% (prima visita oculistica) e il 75% conseguito».
Nonostante questo, nel corso del 2022 la Regione ha provveduto a confermare alcuni direttori generali.