Raccontare l’anno che si è chiuso in un paio di minuti non è facile, lo è ancora meno cercare di stabilire cosa resterà degli anni “0”… Negli occhi di tutti ci sono ancore le immagini delle Torri Gemelle che si accartocciano su se stesse inondando New York di fumo e cenere ed il mondo di nuove paure. E ancora: tra le immagini del primo decennio del XXI secolo ci sono il capitano Cannavaro che alza nel cielo di Berlino la coppa del mondo di calcio (anno 2006), le lacrime del mondo per la perdita di papa Giovanni Paolo II (2005), la statua di Saddam Hussein che s’accascia a terra (2003), i disordini del G8 di Genova del 2001 e la speranza scaturente dal vertice dell’Aquila della scorsa estate quando i grandi della Terra si sono riuniti sulle macerie del terremoto. E ancora la crisi dell’immondizia nella nostra regione e la diversità del caso Salerno (premiato dagli ambientalisti, indicato come esempio di buone pratiche amministrative a livello nazionale e non solo), il successo dei reality show e le occupazioni operaie di fabbriche e stabilimenti. E se a Salerno – giocoforza – la parola dell’anno 2009 è stata “differenziata”, in Italia il termine più pronunciato è stato “crisi”, seguito da “escort”, “trans” e “Facebook”… perché di foto in foto, di video in video i siti web, Youtube ed i social network (Facebook e Twitter su tutti) ci hanno reso villaggio globale in tempo reale. I telefonini di nuova generazione e l’iPhone hanno portato le notizie direttamente nelle nostre mani, nei nostri occhi, come testimoniano i filmati postati dai ragazzi iraniani che dalla scorsa primavera – dopo l’elezione al secondo mandato di Ahmadinejad – hanno cominciato a protestare dando vita alla prima rivoluzione nata sul Web… Abbiamo fantasticato con la saga tolkeniana del “Signore degli anelli”, ci siamo turbati per le pagine e le immagini di “Gomorra”, sognato per un lieto fine almeno simile a quello di Jamal, il protagonista del “Milionario”. Dai nostri televisori, dai nostri pc, dalle nostre radio ormai miniaturizzate hanno suonato le canzoni di Michael Jackson (scomparso prematuramente in estate), l’allegria di Mike Buongiorno (cui abbiamo detto addio a settembre) e lo slogan del primo presidente nero degli Stati Uniti, quel Barack Obama cui è andato l’ultimo premio Nobel della pace, il primo assegnato alla speranza… di un mondo migliore…
Cosa resterà degli anni Zero
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