Cosentino resta ma non senza garanzie sulla gestione del partito prima e dopo le elezioni regionali e a condizione di poter avere voce in capitolo, in caso di vittoria, nella composizione della nuova giunta di Caldoro. Il sottosegretario all’economia e coordinatore regionale del PdL ha ritirato ieri la sue dimissioni al termine di una giornata convulsa e di un colloquio avuto con Berlusconi. E’ stato il premier a convincerlo, perché la partita in Campania non si può perdere e bisogna saper accettare i sacrifici personali che comporta l’alleanza con l’Udc. Strappo ricucito, via libera a Domenico Zinzi per la presidenza della provincia di Caserta ma in cambio mani libere nella gestione del PdL campano. Berlusconi, però, è stato inamovibile sulla necessità che le liste siano pulite, fatte di candidati con casellario giudiziario immacolato. Sul premier c’é stato il forte pressing dei parlamentari campani per risanare la frattura con Cosentino. In tarda serata è arrivata la fumata bianca. Berlusconi ha detto di aver stabilito con Cosentino «che le liste regionali saranno caratterizzate da una forte presenza di giovani e donne capaci di dare un decisivo contributo al rilancio di una Regione fortemente penalizzata da quindici anni di malgoverno della sinistra». L’ultima parola è del sottosegretario all’Economia: «Mi ha fatto cambiare idea la voglia del presidente Berlusconi di cambiare volto a Napoli e alla Campania, e anche le giuste convinzioni e i progetti politici devono fare un passo indietro di fronte ad un interesse principale». Poi, la stretta di mano con il candidato Udc a Caserta, Domenico Zinzi, per mettere la parola fine a un tormentone che rischiava di essere destabilizzante per il Pdl.
Cosentino resta in sella alle sue condizioni
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