L’elemento forte delle indagini che ha portato in carcere membri della famiglia Siniscalchi di San Mango Piemonte è costituto dalle intercettazioni ambientali e telefoniche che hanno documentato la vasta attività di spaccio degli stupefacenti tra San Mango e Castiglione del Genovesi. Ma da quelle intercettazioni vengono fuori anche atteggiamenti criminali veri e propri, frasi ben sopra le righe e soprattutto sopra ogni regola e in dispregio della legge. Ci sono le minacce, le estorsioni, l’intenzione manifestata a parole di picchiare e finanche di uccidere. E se si pensa che al gruppo dei Siniscalchi e dei loro vicini si è arrivati indagando sull’omicidio di un altro spacciatore, Ciro D’Onofrio, il quadro che si delinea è allarmante per la città di Salerno. Che l’eliminazione di D’Onofrio potesse rientrare in un disegno più ampio per il controllo delle piazze di spaccio salernitane era apparso chiaro a tutti fin da subito. Gli spari in mezzo alla folla a Pastena, lungo il frequentatissimo Viale Kennedy, erano un messaggio preciso: chi alza troppo la testa viene punito. D’Onofrio- secondo gli investigatori assuntore e spacciatore lui stesso- è stato freddato con premeditazione; non ha avuto neanche il tempo di sfilarsi il casco. Rimestando la mappa criminale della droga a Salerno, Procura e Squadra Mobile incrociano le storie del 27enne Eugenio Siniscalchi e del padre 47enne Gaetano, quella del fratello all’epoca dei fatti minorenne ma capiscono pure il ruolo del 52enne Antonio Donniacuo di Mercato San Severino, della 46enne Lucia Rispoli, madre di Siniscalchi, della 60enne Lucia Dello Buono e del 25enne Gianluca De Filippis. Ecco, proprio quest’ultimo- detto il barbiere- ha assunto un posto centrale nelle indagini, perché ha confermato lo spaccio per conto dei Siniscalchi e le minacce estorsive subite: minacce di morte, da parte di Eugenio Siniscalchi, se non avesse saldato un debito da mille euro per una partita di droga. Nel mezzo ci sono le armi: la pistola semiautomatica che serviva per incutere terrore tra pusher ed acquirenti ma anche una mitraglietta mai presa, che però nei racconti sarebbe dovuta servire per gambizzare qualcuno. A questo punto, ci si attende la svolta per dare un volto agli assassini di D’Onofrio, al momento ancora misteriosi.
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