Dalle autopsie delle donne migranti, storie di morte e sofferenza

Redazione

«Mi vergogno di essere italiano e dover assistere oggi a situazioni da Medioevo». Così, in un convegno a Salerno, il professor Antonello Crisci – che coordina il pool di cinque medici legali che stanno effettuando le autopsie sui cadaveri delle 26 migranti sbarcate dalla nave spagnola Cantabria. «Sono 41 anni che svolgo questo lavoro ma non mi era mai capitato di vivere questo incubo- ha commentato Crisci- Queste ragazze vivevano una situazione terribile». Da indiscrezioni si apprende che alcune di quelle donne presentavano segni di ustioni e frustate. Una di essere era incinta. Due di queste giovani vittime sono state riconosciute, una dal marito che viaggiava con lei e una dal fratello. Non sarebbero stati riscontrati segni di violenze sessuali, ma tracce di frustate e bruciature, quelle sì. Alcune erano state infibulate in tenera età, segni di un dramma muto. Gli esami autoptici – eseguiti dai medici legali, Zotti, Raimo, Consalvo e Mastrangelo, coordinati dal professor Crisci – raccontano sofferenza e dolore. Gli accertamenti non finiranno prima di domani. Una volta liberate le salme la Procura assumerà le sue determinazioni. Intanto le indagini degli uomini della Squadra Mobile, agli ordini del vicequestore Lorena Cicciotti, proseguono con l’ascolto di altri migranti giunti a Salerno: ed è arriva pure la convalida del fermo dei due presunti scafisti, un egiziano ed un libico. https://www.youtube.com/watch?v=Pi7au5G9WjE

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