Anche Salerno si unisce alle proteste nazionali contro il disegno di legge che introdurrebbe nuove pene per chi manifesta a tutela del proprio lavoro, con sanzioni penali e carcere per forme di dissenso, inclusa la resistenza passiva. Centinaia di cittadini si sono radunati per dire no a un provvedimento definito dai manifestanti come “antidemocratico” e “repressivo”, denunciando le conseguenze di un presunto “Stato di polizia”.
Tra le critiche principali al DDL, la possibilità di incarcerare donne in gravidanza o con figli entro un anno di età, e l’equiparazione della resistenza passiva a forme di rivolta violenta, anche in situazioni di protesta legate alle condizioni carcerarie. “Queste norme calpestano i diritti fondamentali e colpiscono le fasce più vulnerabili della popolazione,” hanno dichiarato i promotori dell’iniziativa.
I dati allarmanti delle carceri italiane
La manifestazione ha acceso i riflettori sulle condizioni del sistema penitenziario italiano. Secondo l’associazione Antigone, nel 2023 il tasso di sovraffollamento delle carceri era del 119%, mentre nel 2024 si sono registrati 77 suicidi e una media di 2 tentativi di suicidio ogni 100 detenuti.
Situazione critica anche a Salerno, dove la casa circondariale di Fuorni presenta un sovraffollamento del 123%, con 486 detenuti per una capienza massima di 395 posti. Nel 2022, la struttura ha registrato 156 episodi di autolesionismo. “Questi numeri sono inaccettabili per un Paese che si definisce civile,” sottolineano i manifestanti.
Un grido di allarme per i diritti umani
La piazza salernitana si è fatta portavoce di un messaggio chiaro: “Non possiamo accettare un Paese che risponde al dissenso con la repressione e ignora le condizioni disumane delle sue carceri”. L’appello è rivolto al Governo, affinché riveda le misure previste dal DDL e avvii un percorso di riforma per garantire i diritti fondamentali dei cittadini e dei detenuti.