Per il Governatore, i vaccini si potevano produrre in Italia, altro che Primule e banchi a rotelle...

De Luca: “accelerare sui vaccini”

La mission è vaccinare 500mila persone ad aprile, ma dipende dalle scorte in arrivo
Ivano Montano

Via la Primula, inutile monumento allo spreco di danaro pubblico, ma resta un fiore. Inteso come piccolo, rappresentativo omaggio in termini di forniture di vaccini. La scorta arrivata qui, finora, è ornamentale. De Luca, ieri, lo ha detto a chiare lettere, dopo aver rivendicato qualche merito nell'aver bloccato l'operazione Primula, con 10 milioni di euro buttati a mare: "abbiamo avuto meno della metà dei vaccini che erano stati programmati. Ad oggi sono 105mila le persone vaccinate". La nuova mission, per il Governatore, è quella di toccare quota 500mila vaccinati nella prima settimana di aprile, ma il punto è sempre lo stesso: la Regione Campania è pronta e organizzata, ma gli altri? Arriveranno i vaccini sufficienti?

Le armi per battere il Covid, lo sappiamo, siamo costretti ad importarle, laddove – come ha commentato amaramente De Luca – il Governo, piuttosto che assecondare amenità quali le primule e i banchi a rotelle, avrebbe dovuto prendere le misure necessarie per fornire l'Italia delle tecnologie indispensabili per produrre in Italia, magari su licenza di Pfizer, Moderna o Astrazeneca, i vaccini per i nostri concittadini. "Con un lavoro di 6-7 mesi – dice il Governatore – avremmo dotato tante nostre aziende delle tecnologie necessarie a produrre i vaccini. Oggi siamo fortemente in ritardo, senza misure eccezionali, l'obiettivo di vaccinare 4 milioni e 600mila persone diventa irraggiungibile”.

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