Decadenza Gambino: parere Viminale non ha natura “provvedimentale”

Redazione

Il caso della decadenza di Alberico Gambino, non ancora formalizzata, è destinato a fare scuola. E’ il primo del genere, poiché riguarda un sindaco neo-eletto e non già in carica. Non c’è nessun automatismo nel parere del Viminale inviato ieri mattina dalla Prefettura di Salerno al segretario del Comune di Pagani. Il Sindaco Alberico Gambino, sebbene incandidabile ai sensi della legge Severino, non decade fin quando il consiglio comunale non prenderà atto del parere inoltrato al segretario generale. Ed in ogni caso, la decadenza può riguardare oltre alla persona del sindaco soltanto la sua giunta, perché da lui direttamente nominata, e giammai i consiglieri comunali di Pagani: i quali – in ossequio al principio democratico sancito in Costituzione e al rispetto della volontà popolare cristallizzata nelle elezioni amministrative – possono rimanere in carica anche in presenza della nomina di un commissario prefettizio. Dunque, nel caso in cui – dopo la prevedibile ridda di ricorsi e controricorsi al Tar e al giudice ordinario – Alberico Gambino e la sua giunta dovessero decadere, la Prefettura potrebbe nominare un commissario prefettizio con funzioni di sindaco e giunta, lasciando in carica il consiglio comunale fino alla prima data utile per nuove elezioni: ovvero, la primavera/estate del prossimo anno. L’altro scenario, quello di un azzeramento totale dell’amministrazione paganese così come eletta il 9 giugno, porterebbe ad un decreto di scioglimento dell’assise a firma del Presidente della Repubblica e ad un commissariamento totale. Ma in questo caso, verrebbe tradito il principio democratico contenuto in Costituzione. Insomma, un rebus, inedito al livello nazionale, perché la vicenda Gambino è la prima che riguarda un sindaco incandidabile per la legge ma comunque eletto e che in modo legittimo, fino a ieri, aveva formato anche la sua giunta, nominando gli assessori. Dopo il parere del Ministero dell’Interno, la mossa della Prefettura e la nota del segretario comunale di Pagani, è facile prevedere che le opposizioni – o chiunque ne abbia interesse – facciano un ricorso al Tar per l’annullamento degli atti firmati da Gambino finora; mentre proclamati gli eletti (nella prima seduta), l’assise cittadina dovrà prendere atto della posizione del sindaco e della giunta. Lo stesso Gambino potrebbe ricorrere al giudice ordinario per impugnare l’incandidabilità sancita dal Viminale e chiunque ne abbia interesse (Prefetto incluso) può promuovere un’azione di decadenza, sempre davanti al giudice ordinario. La sensazione è che passeranno settimane, se non mesi, prima che si definisca il quadro.

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