Alla fine di un Consiglio dei Ministri fiume, si è deciso di intraprendere la linea dura a contrasto di criminalità e devianze minorili. Le baby gang spuntano come funghi su tutto il territorio nazionale, purtroppo non mancano nemmeno dalle nostre parti, per porre un freno al triste fenomeno ecco il “Decreto Caivano” che contiene una serie di misure repressive che vanno dai due anni di reclusione in carcere per i genitori che non mandano i propri figli minorenni a scuola all’arresto in flagranza di reato per gli adolescenti sorpresi a spacciare sostanze stupefacenti, anche se in piccole quantità. Si abbassa, inoltre, da 9 a 6 anni la soglia della pena che consente l’applicazione della misura di custoria cautelare, previsto il sequestro del cellulare ai minori responsabili di atti di violenza. I leghisti avevano proposto anche l’abbassamento da 14 a 12 anni l’età minima per l’imputabilità, per ora non se ne parla. Naturalmente, a Palazzo si è parlato non solo di repressione, ma anche di prevenzione: al centro ci sono le famiglie dei ragazzi, certo, ma sono allo studio diverse iniziative con il coinvolgimento diretto delle scuole e delle parrocchie.
“Decreto Caivano”: minori violenti nel mirino
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