Delitto Borsa, Anna minacciata la sera prima con la pistola

Simona Cataldo

In aula ieri a raccontare le violenze e le minacce subite da Anna c’erano il fratello, Vincenzo Borsa, ed il compagno, Alessandro Caccavale. Dinanzi al giudice Vincenzo Ferrara, nell’aula della Corte d’assise di Salerno, si è tenuta una nuova udienza del processo a carico di Alfredo Erra, in carcere per il femminicidio della 30enne di Pontecagnano Faiano. Il 41enne ieri era presente in aula. E’ stato il fratello di Anna a raccontare l’ossessione che Erra aveva per la sua ex «ma – ha aggiunto Enzo Borsa – mi teneva nascoste tante cose per evitare che mi preoccupassi, ma io la vedevo cambiata». Poi il racconto della telefonata tra Erra e la sorella, avvenuta la sera prima dell’omicidio, ed il riferimento di Anna alle minacce ricevute dall’ex con una pistola. «Circostanza che poi mi negò» ha aggiunto Borsa. Ricca di particolari è stata anche la testimonianza dell’amico di Anna, Alessandro Caccavale. Continui messaggi, telefonate e minacce alla ex ed anche a lui, tanto da finire alle mani qualche mese prima del femminicidio. Erra, con premeditazione, ritiene l’accusa, la mattina del 1 marzo 2002 uccise Anna Borsa nel salone di bellezza di via Tevere. Prima della fuga tentò di uccidere anche il titolare del salone ed Alessandro Caccavale.

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