Delitto delle Fornelle: in aula Daniela Tura de Marco, figlia della vittima

Redazione

Un racconto forte, a tratti teso quello fatto in aula da Daniela Tura de Marco, accusata di concorso morale nell’omicidio del padre.

Concorso morale in omicidio. Di questo è accusata Daniela Tura de Marco, la figlia di Eugenio, carrozziere delle Fornelle ucciso a coltellate dall’ex fidanzato di Daniela, Luca Gentile, già condannato per questo. Sul banco degli imputati, però, c’è finita anche lei, la figlia della vittima, perché secondo il pm Elena Guarino della Procura di Salerno non avrebbe fatto abbastanza per evitare l’assassinio del padre, anzi. In qualche modo ne sarebbe stata l’ispiratrice, profilando una responsabilità- e dunque un concorso- almeno morale.

Davanti a giudici della Corte d’Assise d’Appello Daniela Tura de Marco ha ripercorso tutta la sua vita. Un’esistenza resa difficile dai rapporti altalenanti con il padre, dalla fuga della madre nelle braccia di un altro uomo, dalle violenze sessuali subite dal patrigno, da una gravidanza precoce (ad appena 14 anni) ed infine dal rapporto con Luca Gentile. Proprio di lui, Daniela Tura de Marco offre in udienza una doppia lettura: prima sostiene che sia sta l’unico uomo che abbia mostrato interesse alla sua persona oltre che al suo corpo; poi attacca, descrivendolo come un ragazzo fragile ed insicuro, al centro di un rapporto ambiguo con il padre.

E qui viene fuori, senza veli, l’omosessualità della vittima. Eugenio Tura de Marco sarebbe stato geloso del rapporto tra Luca e la figlia, al punto da volerlo ostacolare. E quando ha tentato approcci più spinti con Gentile, a quel punto ha scatenato la reazione di entrambi. Ed è qui che secondo i magistrati Daniela Tura de Marco non avrebbe fatto abbastanza per impedire l’omicidio. Il 28 marzo si torna in aula, per un nuovo confronto tra accusa e difesa.

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