L’autopsia sul corpo di Antonietta Ciancio ha confermato quanto ipotizzato dalla Procura della Repubblica di Lagonegro sulla dinamica dell’omicidio della donna – originaria di San Severino Lucano, ma residente a Sapri da oltre 20 anni – è morta a seguito di un solo colpo di pistola alla nuca (partito dalla regione occipitale del cranio e quindi dalla parte posteriore della testa ed e fuoriuscito dalla regione frontale sinistra).
L’ex maestra in pensione, di 68 anni, è stata uccisa alle prime luci di domenica 29 aprile mentre dormiva.
Il marito Gabriele Milito di 75 anni, ex ragioniere di Sapri , sostiene che il colpo è partito accidentalmente mentre maneggiava la sua beretta 7,65 regolarmente detenuta.
Il proiettile è stato trovato sul pavimento.
Il cadavere è stato rinvenuto nel letto della casa della coppia mercoledì 2 maggio, e nello stesso giorno il marito è stato ritrovato in una campagna di Rivello in stato confusionale.
Milito è rinchiuso nel carcere di Potenza per omicidio volontario in attesa di nuove disposizioni da parte dell’Autorità Giudiziaria.
I suoi legali hanno presentato istanza di riesame al Tribunale della Libertà chiedendo per il loro assistito gli arresti domiciliare.
La pistola assassina è stata rinvenuta in un cassetto con un altro colpo in canna.
Per la Procura data la distanza rafficinata dalla quale è partito il proiettile si tratta di un omicidio volontario. Il movente, pare non sia stato ancora, chiarito .
Però nel corso delle indagini è venuto fuori che l’uomo una settimana prima dell’omicidio era stato in ospedale con la moglie, probabilmente inseguito ad un malessere, e i sanitari gli avevano consigliato, tra le altre cose, una visita psichiatrica.
Ma lui, nonostante le insistenze di Antonietta ha rifiutato si seguire il consiglio. Per questo la donna era preoccupata e arrabbiata con lui tanto da arrivare a litigare.
Una settimana dopo quella visita in ospedale si è consumato il delitto .