Detenuto morto al Ruggi: medico indagato, oggi incarico per l’autopsia

Redazione

Solo l’autopsia potrà chiarire le cause esatte della morte di Aniello Bruno, il detenuto 50enne che nella notte tra sabato e domenica non ce l’ha fatta a superare un intervento chirurgico per rimediare alle conseguenze di una perforazione intestinale, forse con interessamento dello stomaco. Solo ipotesi al momento, al vaglio della magistratura (c’è un fascicolo affidato al pm Federico Nesso della Procura di Salerno). Oggi l’affidamento formale dell’incarico al medico legale, mentre la famiglia del detenuto ha già nominato un consulente di parte sotto la supervisione dell’avvocato Pierluigi Spadafora, che segue il caso. Aniello Bruno era in cella a Fuorni per rapina ed altri reati. Aveva 50 anni e da qualche giorno stava male. Accusava forti dolori all’addome e- come riferito da alcuni compagni di detenzione- pare andasse spesso al bagno. Anche la moglie quando lo ha incontrato per l’ultima volta nella sala colloqui del penitenziario di Fuorni lo aveva trovato debilitato ed affaticato, al punto che Bruno era stato costretto ad interrompere l’incontro per tornare in cella. E siamo a venerdì, quando in seguito ad un forte malessere, il detenuto viene portato al Pronto Soccorso dell’ospedale Ruggi. Qui un medico gli fa un’ecografia, passa un po’ di tempo in osservazione, quindi viene dimesso. Alla vigilia di Pasqua la situazione precipita, tanto da rendere necessario un nuovo ricovero, questa volta d’urgenza, al punto che Bruno viene sottoposto ad un tentativo disperato di ridurre chirurgicamente la lesione intestinale. Purtroppo muore ed ora il primo medico che lo ha curato al Pronto Soccorso risulta iscritto nel registro degli indagati quale atto dovuto, mentre la direzione aziendale del Ruggi ha avviato accertamenti interni per ricostruire l’intera procedura seguita. https://www.youtube.com/watch?v=5sTSdtMOflA

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