Su e giù dal trono, Re Artù non trova pace. E’ un periodo che gira così. Osannato fino a qualche mese fa, criticato ora che non riesce più a risolvere le partite da solo come faceva l’anno scorso. Siccome Di Napoli non è Superman ma resta comunque un giocatore importante, bisogna fare chiarezza e sgombrare il campo da polemiche inutili. Nonostante le difficoltà incontrate dalla Salernitana e le 34 primavere suonate, il milanese resta l’attaccante più pericoloso e il capocannoniere granata con otto gol. Metterlo in discussione significa andare contro la realtà e il bene della squadra. D’accordo non è quello dell’anno scorso, non ha più quegli spunti in velocità che facevano la differenza ma, francamente, non troviamo benefici nell’immaginare una Salernitana senza Di Napoli. Un giocatore non può vincere da solo le partite ma forse la colpa principale di Re Artù è di esserci riuscito nella promozione in serie B andando ben oltre l’ordinario. Dalle stelle alle stalle, da leader a semplice gregario il passaggio sembra eccessivo. In una Salernitana mediocre, che arranca ad un punto dai playout, Di Napoli ha fatto comunque bene confermandosi come principale punto di riferimento della squadra. Contro il Cittadella sembra anomala una sua possibile esclusione e soprattutto non in linea con la scelta della società di cambiare allenatore. Andato via Mutti è difficile pensare che ora Castori possa rinunciare al bomber di Rozzano. Di Napoli resta il simbolo di questa Salernitana.
Di Napoli resta il leader
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