A Roma lo chiamano “dimensionamento”, qui da noi si chiama “ridimensionamento” e significa tagli alla cultura, al futuro dei nostri giovani, dei nostri territori. Nessuno passeggerà sui resti di una scuola che – qui al Sud, soprattutto nelle aree interne – ha già i suoi problemi da risolvere, in termini di strutture fatiscenti, carenza di personale e preoccupanti percentuali di dispersione scolastica. “Salvare la scuola pubblica” non era solo il tema dell’Assemblea Generale tenutasi a Napoli, ma un impegno preciso e il grido di battaglia, l’ennesima battaglia a difesa del Sud che parte dalla Campania. La Giunta Regionale ha deliberato di procedere per l’impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale sul Dimensionamento scolastico. “Abbiamo deciso di impugnare la decisione del governo sul dimensionamento della scuola davanti alla Corte Costituzionale – ha affermato il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca – Siamo i primi a farlo. Speriamo che altre regioni del Mezzogiorno ci seguano”. Come è noto, nella legge di Bilancio è prevista una norma sul dimensionamento scolastico, effettiva dal 2024/2025, in cui sono previsti tagli al personale e fusioni soprattutto al Sud. Ma sarà la Corte Costituzionale a dire l’ultima parola.
Dimensionamento scolastico: decide la Corte Costituzionale
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