Guadagni enormi per le aziende imbottigliatrici che continuano a pagare canoni concessionari irrisori: in Campania si versa circa 1 millesimo di euro al litro, 250 volte meno del prezzo medio che i cittadini pagano per una bottiglia. In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, Legambiente e Altreconomia presentano il dossier: “Acque in bottiglia. Un’anomalia tutta italiana”. Gli ambientalisti chiedono «subito un criterio nazionale che fissi in almeno 2 centesimi al litro il costo dell’acqua di sorgente prelevata dalle aziende. Con la revisione dei canoni, la Regione Campania potrebbe introitare 37 milioni di euro l’anno, rispetto ai due attuali da reinvestire in politiche e interventi in favore dell’acqua di rubinetto e per la tutela di della risorsa idrica». Le reti, infatti, sono un colabrodo: a Salerno la situazione peggiore con perdite pari al 60%. «Occorre sfatare il falso mito che l’acqua imbottigliata sia migliore e più controllata di quella del nostro rubinetto» – dichiara Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania. In Regione sono 10 le concessioni attive e si concentrato le perdite idriche maggiori, secondo i dati diffusi dall’Istat: a Salerno la differenza tra acqua immessa e consumata è pari al 60% (nel capoluogo in media si consumano 234 litri di acqua al giorno per abitante).
Dossier acqua: Legambiente presenta dossier su reti idriche
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