«Professionali» così il gip definisce le attività dei due gruppi di spacciatori sgominati all'alba di ieri dai carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore. L'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno ha fatto luce sul sistema di spaccio promosso da due famiglie di Scafati che, secondo l'accusa, attraverso la vendita di sostanze stupefacenti, hanno provato ad affermare il proprio potere in diversi settori dell'economia locale.
Il sistema
Le persone arrestate sono 35, una è ancora ricercata. Tra queste molte donne, con ruoli apicali e decisionali, mamme che si facevano aiutare dai figli, neanche quattordicenni, nelle attività di spaccio. «Le donne restavano a casa con i bimbi più piccoli e i ragazzetti andavano a recuperare dosi di droga o ad effettuare consegne come se andassero a comprare il latte» ha spiegato il sostituto procuratore dell'Antimafia Giancarlo Russo. I due gruppi, osserva il gip Zambrano che ha firmato gli arresti, avevano creato un «sistema» dove ognuno aveva un suo ruolo preciso. Ogni giorno cedevano oltre 200 dosi di droga, per un valore d'affari stimato di circa un milione di euro l'anno.
Gli approfondimenti
Una indagine che apre nuovi scenari investigativi. I due gruppi avevano grosse capacità di acquisto con proiezioni internazionali. I loro canali di approvvigionamento, oltre che napoletani, erano anche esteri.