Come spesso capita in operazioni antidroga, gli investigatori si imbattono nel ruolo determinante assunto dalle donne. Accade sempre più di frequente che madri, mogli, fidanzate, sorelle siano parte integrante del giro messo in piedi dai loro uomini. Un po’ per copertura, un po’ per non dare troppo nell’occhio soprattutto se si è già nel mirino, un po’ per necessità se ci si trova ai domiciliari, le donne svolgono il classico compito delle gregarie ma in alcuni casi diventano veri e propri leader. Forse anche l’operazione antidroga in Costa d’Amalfi ha stroncato sul nascere la promettente carriera criminale molte donne. Nel caso di specie giovanissime, alcune addirittura minorenni, spacciavano di continuo e lo facevano anche dai domiciliari. Intercettate dagli inquirenti, si erano rese conto del pericolo ed invitavano gli acquirenti alla prudenza. C’è poi un altro aspetto dell’inchiesta portata avanti dai Carabinieri della Compagnia di Amalfi e dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Salerno: al gip erano state chieste ben 40 misure cautelari, ma il giudice per le indagini preliminari ne ha condivise con il pm solo 22. Su questo sarebbe pronto un ricorso della Procura, che ritiene gli indizi di colpevolezza raccolti a carico anche di altre persone molto pesanti e comunque sufficienti per ottenere, in sede di Riesame, l’applicazione di una misura cautelare. Si confronteranno, davanti al collegio, le tesi del pm Guarino e del gip Berni Canani. Nel frattempo, a stretto giro, già domani si terranno in carcere a Fuorni i primi interrogatori di garanzia.
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