Droga nella zona orientale, affari d’oro per il gruppo

Simona Cataldo

Non solo spaccio di droga ma anche estorsione tra le accuse che la Procura di Salerno muove nei confronti delle nove persone arrestate ieri dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Salerno. Gli indagati (otto in carcere e uno ai domiciliari) avrebbe messo in atto anche alcune estorsioni ai pusher o agli acquirenti per il recupero dei debiti non saldati. A capo dell’organizzazione, che spacciava crack, cocaina, hashish e marijuana sia nel quartiere Mercatello sia all’interno del carcere, c’era il 45enne Antonio Abate capace di gestire, grazie agli altri sodali, un giro di droga con profitti anche di 75mila euro al mese. In qualità di partecipi, sono finiti in carcere Alessandro Rinaldi, Natale Memoli, Silvia Pappalardo, Antonio D’Elia, Francesco Mercadante, Giorgio Prisco, Raffaele Grillo. Arresti domiciliari per Giulio Placanico. Per lo spaccio in carcere fondamentale, ritiene la Procura, era il ruolo di Antonio Memoli che, sfruttando i permessi di uscita, introduceva la droga. Continui sono stati i rifornimenti dimostrati anche dall’attività investigativa dei carabinieri attraverso appostamenti e pedinamenti, oltre che attività d’intercettazione disposte dalla Dda, tra il 2020 e il 2021. Si attendono ora gli interrogatori di garanzia degli arrestati, previsti la prossima settimana.

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