Contro di lui, le accuse di “riduzione in schiavitù, sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali”

Eboli, fugge dal convivente che l’aveva ridotta in schiavitù

L’uomo dopo l'inizio della convivenza le avrebbe vietato di uscire, apponendo alle finestre lucchetti e catenacci
Francesca Salemme

Una trentunenne venezuelana è stata liberata ieri, domenica 30 giugno, dal convivente che la teneva letteralmente prigioniera in un appartamento di via San Bernardino ad Eboli.

La drammatica situazione è emersa ieri sera, intorno alle 19.30, quando la donna è riuscita a fuggire dalla casa/prigione e a chiedere aiuto in strada. Con il volto tumefatto, la donna ha attirato l’attenzione di alcuni passanti urlando. nel frattempo, però, il suo aguzzino, un suo coetaneo di Eboli, si è accorto della fuga e l’ha raggiunta, picchiandola in strada, nel tentativo di riportarla nell’appartamento.

I passanti, testimoni della scena, hanno immediatamente chiamato i vigili e i carabinieri che l’hanno arrestato e portato nel carcere di Fuorni. Contro di lui, le accuse di “riduzione in schiavitù, sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali”.

La vittima, invece, è stata soccorsa e accompagnata in un centro antiviolenza, dove le è stata assegnata una casa famiglia per garantire la sua sicurezza e assistenza.  

Secondo la ricostruzione operata dalle forze dell’ordine, l’uomo dopo l’inizio della convivenza le avrebbe vietato di uscire, apponendo alle finestre lucchetti e catenacci oltre a sottoporla a continui maltrattamenti.

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