Roberto Squecco, 52 anni, di Capaccio, imprenditore operante nel settore delle onoranze funebri, nel 2003 è stato condannato del Tribunale di Salerno per il reato di bancarotta fraudolenta. Dello stesso reato, nel 2008, lo ha accusato anche il Tribunale di Napoli. Nel 2014, invece, è finito nell’inchiesta “Parmenide” condotta dalla Dda di Salerno ed arrestato dai poliziotti della Squadra Mobile in quanto ritenuto organico a un’associazione di tipo mafioso, il clan Marandino, dedita alle estorsioni e all’usura, condotte poste in essere con l’aggravante del metodo mafioso. Per il Tribunale di Salerno Squecco avrebbe tentato un’estorsione nei confronti di un imprenditore della zona di Capaccio, anch’egli titolare di una ditta di onoranze funebri. Per questa vicenda è stato condannato in primo grado alla pena di anni 6 e 4 mesi di reclusione, poi ridotta in Appello e pendente tuttora in Cassazione. A lui sono riconducibili i beni sequestrati questa mattina Sezione Operativa della DIA di Salerno. Su proposta del ten.col. Giulio Pini, gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia, hanno eseguito una misura di prevenzione patrimoniale emessa dal Tribunale di Salerno dopo dall’analisi delle diverse vicende processuali che, nel tempo, lo hanno interessato. Al 52enne è stato contestato l’illecito arricchimento alimentatosi nel corso degli anni. La confisca ha riguardato una società funebre con sede legale a Capaccio-Paestum con tutti i beni destinati all’attività d’impresa, tra questi anche 12 autovetture; l’ aassociazione volontaria di pubblica assistenza Croce Azzurra Italia Città di Agropoli, 4 autovetture, 13 ambulanze e 1 carro per il soccorso stradale; un immobile a Capaccio-Paestum comprensivo anche di tre terreni; un’autovettura Maserati Quattroporte intestata alla società “Vip Car di Pinto Giuseppe & Co. S.a.s., Beni per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro. https://www.youtube.com/watch?v=kP4VLqWCeBo
Estorsione ed usura, la Dia colpisce i beni di Squecco
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