Il campanello d’allarme lo aziona Eurostat, diffondendo l’analisi aggiornata al 2022, in vista del programma Strategia Europa 2030, che ha come primo dei diciassette obiettivi proprio “sconfiggere la povertà”: è la Campania, secondo i parametri utilizzati, il posto in cui vivono più persone a rischio povertà o esclusione sociale a livello europeo. Un triste primato che viene fuori secondo i criteri di valutazione, che sono tre: reddito particolarmente basso, cittadini che hanno un lavoro insufficiente, persone che versano in condizioni di deprivazione perché non riescono a pagare le bollette, tantomeno ad acquistare un paio di scarpe nuove oppure non poter andare a bere o a mangiare fuori almeno una volta al mese. L’obiettivo di tali indicatori materiali è sganciarsi il più possibile dall’annoso tema del “differente costo della vita” che spesso inquina il dibattito tra Nord e Sud. Si sostiene che nel Mezzogiorno la povertà è gonfiata perché in realtà le cose costano meno e quindi si può vivere agiatamente anche con stipendi bassi. Ma chi non possiede due paia di scarpe in buone condizioni per tutti i giorni è comunque in una condizione di esclusione sociale indipendentemente dal prezzo delle calzature. I numeri sono spietati, pesanti come un macigno: parliamo del 46,3%, quindi una persona su due in Campania, dove c’è anche un corposo 14% di popolazione che non può permettersi sette giorni di vacanza fuori casa all’anno, è in arretrato sul pagamento di bollette, non ha la possibilità di riscaldare l’abitazione o possedere un’automobile.
Eurostat: Campania luogo più a rischio povertà d’Europa
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