Di Carmine si copre il viso dopo il gol, la stessa cosa la fa Lombardi in tribuna. Gesti simili per stati d’animo contrapposti: un nuovo modo di esultare per il cecchino giallorosso, un vecchio modo per nascondersi per il Presidente, che avrebbe voluto sprofondare, così come sta sprofondando la Salernitana, ormai disperatamente aggrappata ad un lumicino di speranza sempre più fioco. La Cenerentola della B si lascia strapazzare dal Principe, altro che favole a lieto fine. Il Gallipoli fa lo stretto necessario per vincere, i granata glie lo lasciano fare cordialmente e stavolta non è esente da colpe nemmeno mister Grassadonia che toglie dal campo Caputo e non un Jadid a mezzo servizio, e che poi si spara una via l’altra le altre due sostituzioni lasciando di fatto la squadra in dieci nell’ultimo quarto d’ora, quando Bastrini infortunato vaga per il campo solo per onor di firma. Terribile sensazione comune: siamo all’eutanasia di un campionato, è come se la squadra stessa avesse già staccato la spina. Ma i tifosi in curva continuano a tifare, a farsi centinaia di chilometri, a contestare e sbattersi per questi colori. Meritano rispetto. Almeno quello.
Eutanasia di un campionato
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