Fase 2: protesta bus turistici

Redazione

Facevano parte, soprattutto in questa parte dell’anno, del panorama urbano delle nostre città, aree archeologiche e strade costiere, ora , invece, sono una categoria “fantasma, dimenticata e abbandonata“. Per questo i lavoratori dei bus turistici con conducente, hanno protestato davanti alla sede della Prefettura, a Napoli, per chiedere di essere ascoltati. E’ il primo ‘corteo’ post lockdown che attraversa parte della capoluogo regionale: con i loro autobus, circa una dozzina, hanno raggiunto Largo di castello e, a colpi di clacson hanno sfilato intorno alla fontana in piazza Trieste e Trento, prima di dirigersi verso la Stazione marittima. I lavoratori, otre 200, hanno proseguito a piedi, da piazza Municipio fino a piazza del Plebiscito, davanti alla sede della Prefettura, rispettando le misure di sicurezza imposte dall’emergenza sanitaria da Covid-19, indossando le mascherine e, con loro, hanno striscioni: “Turismo petrolio d’Italia: dimenticati”, “Cassa integrazione fantasma“, “Bloccati dalle banche“. “Siamo abbandonati e dimenticati anche dall’ultimo decreto – spiega il presidente di Assobus Campania, Alberino Penninoavevamo chiesto la possibilità di accedere a un finanziamento a fondo perduto, come in Germania e Francia, ma abbiamo avuto solo briciole“. La maggior parte delle aziende di noleggio autobus opera nel settore turistico, crocieristico, religioso e scolastico. “La stagione 2020 è completamente saltata – dice – Siamo a maggio, avremmo dovuto essere pieni di turisti, non c’è nessuno. Prima del 2021 non riusciremo a ripartire. Questo per noi significa fallimento“. Tra le richieste già avanzate la sospensione dei mutui e delle rate del leasing per 6 mesi, il recupero delle accise sui carburanti: “Abbiamo inviato le nostre richieste al Governo e alla Regione – sottolinea – palazzo Santa Lucia, per quello che ha potuto, ci ha dato una mano, da Roma, invece, nessuna risposta“. Sono oltre 100, fa sapere Pennino, le ditte che fanno parte di Assobus Campania, con oltre 700 pullman e circa 1000 dipendenti. “E’ tutto bloccato – conclude – tutto a rischio, anche il lavoro di intere generazioni“.

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