La sentenza dei giudici della Corte di Assise di Salerno

Femminicidio Anna Borsa, fine pena mai per Erra

Il fratello Vincenzo «Niente ci riporterà lei, ma lui deve pagare»
Simona Cataldo

«Niente ci riporterà lei, ma lui deve pagare» sono state le prime parole di Vincenzo Borsa, fratello di Anna, la trentenne di Pontecagnano Faiano, uccisa con un colpo di pistola, il 1 marzo 2022 dall’ex compagno Alfredo Erra. Per il 42enne ieri è arrivata la sentenza: Ergastolo, con tutte le aggravanti. «Fine pena mai» come preferisce ripetere chi da quel giorno piange per l’uccisione della giovane parrucchiera. Una pena che non finirà mai neanche per i genitori di Anna, che quotidianamente piangono la sua assenza.  I giudici della Corte di Assise di Salerno non hanno riconosciuto all’imputato alcuna attenuante, tantomeno il vizio parziale di mente, condannandolo al carcere a vita con isolamento per due mesi. Per il pubblico ministero Marinella Guglielmotti, Erra quella mattina raggiunge l’ex compagna nel salone subito dopo l’apertura con il preciso intento di ucciderla, fingendo di doverle parlare prima di andare via, per sempre, a Milano. Un omicidio maturato dopo mesi di pressioni e violenze. Anna  “era un oggetto di sua proprietà” e doveva pagare la sua voglia di libertà. «Sono stanca non ne posso più, mi fa passare le pene dell’inferno» furono le parole che Anna pronunciò quella mattina parlando con le clienti. Erra deve rispondere anche del tentato omicidio di Alessandro Caccavale, amico di Anna, che entrò nel salone per difenderla.

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