Femminicidio Borsa, in aula il titolare del salone

Simona Cataldo

E’ toccato anche al titolare del negozio dove lavorava Anna Borsa, depositare nel processo a carico di Alfredo Erra, l’assassino della giovane parrucchiera di Pontecagnano Faiano. Ieri mattina davanti ai giudici della Corte di Assise di Salerno si è tenuta un’altra udienza del processo. In aula, tra i teste, anche Salvatore Sica, titolare del salone che ha raccontato il calvario di Anna, che da mesi subiva le pressioni di Erra, ossessivamente geloso, nonostante la fine della loro relazione. Poi gli è toccato ricordato gli ultimi atti prima della tragedia. Quel 1 marzo, poco dopo le 8, Sica fu chiamato dalla collega della vittima, preoccupata per la presenza di Erra. Quando arrivò nel salone di via Tevere, l’assassino era seduto sul divano, in attesa di parlarle. «Sono venuto a salutare, parto e vado al Nord» disse non appena vide Sica. Poi seguì Anna nel retro del locale, la stessa cosa che fece Sica per non lasciarli soli. «Anna era nel camerino quando ha cacciato pistola e ha sparato contro di lei e contro di sé» ha infine raccontato il titolare del salone che si è rifiutato di vedere la documentazione fotografica agli atti del fascicolo contro Alfredo Erra, al quale è contestata la premeditazione. Entro luglio i giudici della Corte d’Assise potrebbero anche emettere la propria sentenza.

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