Ha parlato a lungo, quasi quattro ore, per smontare premeditazione e futili motivi e provare ad alleggerire la posizione di Alfredo Erra, l’assassino di Anna Borsa. Ieri mattina, a Palazzo di Giustizia, a Salerno, si attendeva la sentenza per l’uomo di Pontecagnano Faiano che il 1 marzo 2022 con un colpo di pistola uccisa l’ex compagna, nel salone di parrucchiere dove stava lavorando. Ergastolo per Erra è la richiesta del pm Marinella Guglielmotti, ma per la sentenza dei giudici occorrerà aspettare il 20 gennaio, slittata a causa della lunga arringa dell’avvocato difensore di Erra. Per l’avvocato Pierluigi Spadafora non ci sarebbe stata premeditazione: Erra, secondo la difesa, si sarebbe voluto suicidare davanti all’ex compagna, ma non avrebbe avuto il coraggio di farlo e le ha sparato. E poi l’avvocato ha parlato di vizio parziale di mente per il suo assistito riportando le due perizie, quella del neuropsichiatra Corrado De Rosa che per la difesa scrisse d’una parziale incapacità di volere e quella del tribunale a firma dello specialista Ferdinando Pellegrino che riconobbe il pieno possesso delle facoltà da parte di Erra nel momento del delitto ma verbalizzò anche di disturbi della personalità. Poi le accuse alle istituzioni, che, a suo dire, non hanno saputo difendere Anna Borsa e fermare Alfredo Erra. «Il Comune, che è stato assente, si costituisce parte civile» ha incalzato Spadafora. Parole pesanti per la famiglia Borsa «Mi rimbomba nella testa la parola vuoto» ha commentato Vincenzo, il fratello di Anna «l’avvocato ha parlato di vuoto che vive ed ha vissuto chi ha ucciso mia sorella, senza pensare al vuoto che quell’omicidio ha lasciato in altre vite».
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Femminicido Borsa, la difesa nega la premeditazione per Erra
L'avvocato Spadafora accusa le istituzioni "nessuno è intervenuto per fermarlo"
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