I sostegni ipotizzati dal Governo non funzionano: vanno riformati subito. A dirlo è la Fipe-Confcommercio: i ristori bocciati da 9 imprenditori su 10.
Giuseppe Gagliano, Presidente di Confcommercio Campania, lo dice con chiarezza: «la sopravvivenza di bar e ristoranti non passa per i sostegni passati e futuri che il Governo ha previsto e che si sono rivelati insufficienti e non adeguati a ristorare le perdite subite. Ciò che serve alle imprese, dopo 14 mesi di blocco delle attività, è riprendere a lavorare in sicurezza».
I contributi a fondo perduto ricevuti tra il 2020 e il 2021 dai titolari di bar e ristoranti sono stati ritenuti poco o per nulla efficaci da 9 titolari su 10, che si sono visti ristorare il 10% circa di quanto perso. Una bocciatura che non può̀ non essere presa in considerazione nel momento in cui si andranno a definire le modalità̀ di erogazione dei sostegni che verranno distribuiti in seguito al prossimo scostamento di bilancio, annunciato in 20 miliardi di euro.
Confcommercio rileva come la vita sociale sembri «scorrere tranquillamente anche in zona rossa, senza applicare il rigore dimostrato per commercianti, ristoratori, imprese del turismo. Questo paradosso ha determinato le più disparate reazioni- ricorda ancora Gagliano- ma tutte mosse dalla disperazione ed accomunate dall'intenzione di riaprire le attività, tra gli esponenti delle diverse categorie commerciali che non riescono più a sostenere il prolungamento della chiusura dopo le festività pasquali».
«Tra 2020 e 2021 i bar e ristoranti sono rimasti chiusi per circa 200 giorni», sottolinea Confcommercio. Già incidere sulla Tari, ad esempio, sarebbe un bel segnale. «andrebbe azzerata o dimezzata, visto che i locali chiusi non hanno usufruito di alcun servizio di raccolta rifiuti».