Arriva nuova linfa alla battaglia condotta dal Comitato Salute e Vita. Le buone notizie arrivano dalla Corte Europea di Strasburgo, che ha accolto il ricorso di 153 famiglie depositato nello scorso mese di ottobre tramite lo studio di Roma Saccucci e Partners, lo stesso che si occupò del caso dell’Ilva di Taranto.
Un altro fronte che resta “caldo” riguarda il ricorso incidentale al TAR, che si aggancia a quello proposto dalle Fonderie Pisano, rispondendo “per le rime” alle tesi sostenute dai legali della proprietà dello stabilimento salernitano circa le valutazioni di impatto ambientale e di incidenza: due autorizzazioni senza le quali, secondo il Comitato Salute e Vita, quella fabbrica lì dov’è non può più rimanere operativa.
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