Resta difficile ed in salita il percorso per spostare le Fonderie Pisano da Fratte. La partita doppia sulle Fonderie Pisano, che segna al momento un punto a favore della famiglia di fonditori di Fratte, gioca il suo secondo tempo il 9 aprile prossimo, quando dalle aule di giustizia amministrativa si passerà a quelle penali, con il Riesame chiamato a decidere sul sequestro degli impianti. L’1-0 messo a segno dai Pisano con il ricorso dell’avvocato Lentini contro la revoca dell’autorizzazione integrata ambientale da parte della Regione non sblocca la situazione dei 110 operai, i cui licenziamenti non sono stati ancora ritirati. I Pisano sono intenzionati a tenere il punto fino al 9 aprile, preferendo adottare una linea strategica d’attacco e difesa al tempo stesso: la minaccia dei licenziamenti ha già sortito l’effetto di determinare la decisione del Tar a favore della riapertura della fabbrica e non è da escludere che possa pesare, in qualche modo, anche sulle valutazioni del collegio del Riesame. Già il giudice amministrativo ha ritenuto prevalente l’esigenza di tutela dei diritti dei lavoratori rispetto alla tutela di salute ed ambiente, poiché se è concreta la minaccia dei licenziamenti meno attuale e concretamente rilevabile è il pericolo per la salute dei cittadini; ora il Riesame, che pure è chiamato a valutare il sequestro sulla base di presupposti differenti e codice penale alla mano, potrebbe comunque tener presente l’evolversi della vicenda su altri piani. La delocalizzazione, in questa partita doppia, è comunque l’elemento chiave sia nelle aule della giustizia amministrativa che in quelle penali. E si mette male anche il confronto con le comunità del Cratere dove i Pisano vorrebbero spostare gli impianti: i sindaci di quei Comuni sarebbero orientati a rispondere picche alla richiesta di dialogo avanzata da sindacati e lavoratori per valutare insieme il progetto della nuova fabbrica. https://www.youtube.com/watch?v=iq0a3c91_28
Fonderie Pisano: delocalizzazione tutta in salita
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