Pensi alle Fonderie Pisano e ti viene in mente un vecchio ritornello: “il vecchietto dove lo metto? Non si sa”, come cantava Mimmo Modugno tanti anni fa. La storica industria che nessuno vuole, è bene ricordarlo, è tutt’altro che una scatola vuota, visto che produce, che contribuisce all’economia del territorio e soprattutto dà lavoro a centinaia di persone, dando da vivere a centinaia di famiglie. La salute pubblica innanzitutto, insomma, ma c’è tanto altro, così come sottolineato da Gigi Vicinanza della Cisal Metalmeccanici nazionale che scrive in una nota: “Non si può ignorare che un’azienda, pur con le sue responsabilità passate, stia tentando di rinnovarsi e contribuire all’economia del territorio. Invece, sembra di assistere a una sistematica opposizione”. Per il sindacalista, è evidente che la tutela della salute pubblica e dell’ambiente debba essere una priorità, ma ritiene che il rischio di un nuovo capitolo di disoccupazione non possa essere ignorato. “La chiusura definitiva delle Fonderie Pisano significherebbe non solo la perdita di centinaia di posti di lavoro, ma anche un colpo durissimo al tessuto industriale salernitano. Si tratta di famiglie che già vivono una condizione di incertezza e non possono essere abbandonate”. Vicinanza rivolge un appello alla Regione Campania affinché intervenga con decisione per favorire una soluzione equilibrata che contemperi le esigenze di salute pubblica con la necessità di salvaguardare l’occupazione. “Se l’area di Buccino non è più idonea per ragioni amministrative e burocratiche, credo che sia doveroso – afferma il Deputato Pd Piero De Luca – aprire un tavolo di confronto, un tavolo tecnico per individuare un’altra area industriale in provincia di Salerno in cui poter istituire, creare e installare le nuove Fonderie Pisano. C’era già un progetto peraltro, pienamente moderno, all’avanguardia per quanto riguarda anche la sostenibilità ambientale rispetto ai vincoli esistenti. L’invito a tutte le parti in causa – aggiunge De Luca – è completare il percorso di delocalizzazione e poi rilanciare l’azienda che rappresenta un’eccellenza nazionale”.