L’Arpac ha pronta la risposta ai solleciti dei legali del comitato Salute e Vita circa l’applicazione o meno- da parte delle Fonderie Pisano- delle tecnologie migliori possibili per adeguare e mettere in sicurezza lo stabilimento di Via dei Greci. Il parere – atteso da circa un mese- è pronto ma non è stato ancora reso noto. Secondo alcune indiscrezioni, che LiraTv ha raccolto da fonti qualificate, l’Arpac di Salerno conferma in questa risposta la sua relazione precedente, che di fatto rilevava la non applicazione delle Bat, ovvero delle migliori tecnologie disponibili, da parte della Fonderie di Fratte. Se tutto ciò fosse confermato, la Regione Campania non potrebbe non tenerne conto nella nuova procedura sull’autorizzazione integrata ambientale. In altre parole, recepite le osservazioni e le controdeduzioni delle Pisano, nel caso in cui le criticità dovessero permanere e le Fonderie non fossero in grado di dimostrare il contrario, la Regione potrebbe revocare l’Aia e stavolta in via definitiva. Ovviamente questa vicenda non risolve il problema: da un lato ci sono cento operai e le loro famiglie che meritano rispetto e risposte circa il loro futuro; dall’altro i residenti di Fratte e della Valle dell’Irno che sono stanchi di convivere con un impianto vecchio e potenzialmente nocivo. La delocalizzazione è l’unica via percorribile, anche per consentire ai Pisano di fare un investimento produttivo in espansione e migliorare le performance della fabbrica, in tutta sicurezza. Il forte ostracismo registrato nelle zone del Cratere a sud di Salerno, dove Pisano concorre per l’assegnazione di lotti in zona industriale, non agevola questo percorso che – però- appare inevitabile, anche alla luce del necessario intervento di bonifica e di investimento immobiliare sui suoli di Fratte, che il piano urbanistico di Salerno vuole a vocazione residenziale.
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