Ipotesi contratti di solidarietà per i 110 dipendenti delle Fonderie Pisano
Passano i giorni, le settimane e i mesi ma della delocalizzazione non c’è traccia. Siamo a metà maggio e a questo punto sarebbe dovuto partire in maniera concreta l’iter per la costruzione della nuova fabbrica. Ed invece sul tavolo restano solo le ipotesi e le valutazioni. Le Fonderie Pisano sono ancora sospese nel vuoto, continuano a lavorare a scartamento ridotto. Non c’è altra soluzione che non passi per la delocalizzazione. Ma ad oggi, nonostante i vari incontri e gli interessamenti di più parti in causa, non ci sono novità. In base alla produzione attuale delle Fonderie Pisano 110 lavoratori sono troppi. Finora la proprietà ha mantenuto i livelli occupazionali grazie allo strumento della cassa integrazione ma il calo sensibile di fatturato potrebbe portare ad altre scelte. Imminenti, perché stanno per scadere i sei mesi di cassa integrazione. E’ stata già chiesta una proroga ma questa strada non è semplice. L’alternativa è rappresentata dai contratti di solidarietà che, però, aprirebbero scenari diversi sul periodo di crisi. Senza alcun tipo di ammortizzatore sociale saranno effettuati tagli al personale. A meno che non venga avviata in tempi rapidissimi la delocalizzazione dando un futuro economico solido alle Fonderie Pisano e di conseguenza ai lavoratori. Per scongiurare i licenziamenti la Fiom Cgil è in dialogo costante con la Regione Campania. Entro questo fine settimana potrebbe esserci una riposta dall’assessore al lavoro Sonia Palmieri sulle richieste di cassa integrazione o contratti di solidarietà. Questa delle Fonderie Pisano è una vicenda che va avanti da molto tempo e che purtroppo non trova ancora una soluzione. https://www.youtube.com/watch?v=xtbgg6wGqho