Gialla o arancione che dovesse essere, la Campania non ha un indice di rischio molto alto, anzi: è tra i migliori del Paese. Ma a Palazzo Santa Lucia si potrebbe comunque decidere per una maggiore prudenza e dunque per maggiori restrizioni almeno fino a metà gennaio. L'ultimo monitoraggio del 27 dicembre, vede la Campania attestarsi su in indice Rt pari a 0,78, ben al di sotto della soglia critica. Ma ad impensierire è la forte crescita della curva dei contagi di queste ore: sebbene siano stati fatti pochissimi tamponi (appena 3.209) il rapporto positivi-test è salito al 12,2% contro l'8,47% precedente. I positivi sono 392 (48 sintomatici); 29 i morti ma ci sono pure 676 guariti. Inoltre, si allenta la pressione sulle terapie intensive (99 i posti occupati su una disponibilità di 656).
Con la fine delle restrizioni natalizie si tornerà al sistema dei colori ed in zona gialla ci si potrà spostare in un'altra Regione con la stessa soglia di rischio o concedersi un pranzo al ristorante (ma con mascherina e distanziamento) e, soprattutto, non si dovranno auto-giustificare le uscite se non durante l'orario di coprifuoco tra le 22 e le 5. La sensazione, però, è che la curva dei contagi spinga a rafforzare le misure di contenimento piuttosto che ad allentarle.
C'è poi il nodo scuola: le Regione hanno molti dubbi sul ritorno graduale in classe degli studenti. La didattica mista potrebbe comunque essere un problema ed anche i consiglieri scientifici del Governo pare siano orientati a sconsigliare la presenza al 50% alle superiori. In Campania c'è un calendario per il rientro a scaglioni fino al 25 gennaio ma si teme una terza ondata. Nelle prossime ore si discuterà il piano di potenziamento dei trasporti in vista della riapertura delle scuole ma un'ordinanza sul ritorno e sulle date ancora non c'è, perché l'esame dei contagi e della situazione delle aziende di trasporto sarà fondamentale.