I rocciatori dell’impresa salernitana Genea Consorzio Stabile, una quindicina in tutto, stanno ancora lavorando in quota, fino a 280 metri d’altezza rispetto alla strada, per capire come mettere in sicurezza il costone di roccia franato venerdì sera, a Capo d’Orso di Maiori. La statale 163 amalfitana rimane divisa in due: oltre non si passa e come percorso alternativo c’è il valico di Chiunzi per i mezzi leggeri e la strada agerolina per quelli pesanti. Chi viaggi in pullman è costretto a sobbarcarsi un viaggio lunghissimo per raggiungere le perle della Divina Costa. E c’è chi teme, tra gli operatori turistici, un impatto devastante sull’economia di settore nelle feste natalizie. I tecnici stanno monitorando tutti i detriti lasciati dal corpo franoso che si è incanalato nell’impluvio che giunge a valle, proprio sulla statale. E proseguono senza sosta i lavori di bonifica per rimuovere i grossi massi sulla 163. Dal crinale della montagna sono venuti giù oltre 100 metri cubi di materiale roccioso con una tale forza da spezzare alberi di medio fusto come stuzzicadenti. Solo dopo i controlli le masse instabili, come i grossi blocchi isolati, vengono gradualmente rimosse e portate a valle dove le ruspe provvedono allo sgombero della carreggiata. Si lavora fino all’imbrunire, con luci artificiali ma difficilmente si avrà la riapertura della strada prima di Natale. Una situazione insostenibile per residenti, studenti e pendolari costretti a dilatare i tempi di percorrenza della tratta Amalfi-Salerno via Agerola e Castellammare, ma soprattutto per le attività turistiche di Maiori e della Costa.
Frana Costiera, tempi lunghi per la riapertura
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