Gli inquirenti valutano eventuali responsabilità. Alle viste, una stretta contro le costruzioni abusive

Frana, indagini in tempi celeri

Tra le priorità, riaprire il prima possibile la Statale 163
Ivano Montano

Gli eventi climatici, quando scatenano la furia più devastante, provocano danni e lo sappiamo. Soprattutto in quelle terre più vulnerabili, maggiormente a rischio frane e smottamenti, come la Costiera Amalfitana, Divina per vocazione, ma fragile per conformazione, con quei costoni rocciosi che sono maestosi e spettacolari quanto minacciosi. Il maltempo è sotto inchiesta, dopo la frana di Amalfi, ma non solo lui: gli inquirenti – al termine delle accurate perizie in corso – cercheranno di capire muovendosi tra linee che demarcano il confine tra la calamità naturale e l'eventuale errore umano, visto che troppe volte, da troppi anni, la costa è stata offesa e ferita da costruzioni abusive. La traccia da seguire è proprio quella, a sentire le parole del Procuratore Borrelli che ha annunciato l'inizio di una stagione di demolizioni di tutte le costruzioni abusive spuntate come funghi.

Si giungerà alla realizzazione di un elenco di edifici non a norma di legge con sentenza, tra i criteri di priorità stabiliti per le demolizioni – come precisato da Borrelli – l'esistenza di vincoli sull'area. Resta, dunque, in piedi l'ipotesi di reato di disastro colposo, proprio per via dei reiterati interventi dell'uomo, spesso effettuati senza alcuna autorizzazione e programmazione, che hanno causato col passare del tempo un indebolimento del territorio. Le minuziose indagini vanno avanti, facile che saranno anche rapide, perché tanti comuni della costiera non possono restare isolati a lungo, a causa di una malaugurata prolungata chiusura della statale 163. Si farà presto e bene, perché stavolta si son contati solo i danni e non i morti, ma altri disastri del passato insegnano che una frana può anche uccidere.

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